Gay, bisex, travestiti e transessuali ormai imperversano
senza requie per il nostro etere e nessun programma
televisivo può farne a meno.
Rassicuranti, ad uso e consumo familiare e non certo
trasgressivi, sono loro ormai le vere Star multimediali dei
nostri tempi.
Come lo erano in altri tempi gli Attori-Attrici inglesi del
Seicento dopo la Rivoluzione puritana di Cromwell, che
condannando come immorali le donne di teatro, aveva
partorito il paradosso della "normalità" di Uomini nei panni
delle grandi eroine shakespeariane.
Normalità sicuramente poco normale che lasciava sui suoi
interpreti i segni dell'ambiguità (e pensate al
contemporaneo fenomeno dei cantanti castrati, ancora meno
normale, e che lasciava ben altri segni).
Ned Kynaston , che come dicono le cronache e come ci
racconta Jeffrey Hatcher nella commedia " Complete Female
Stage Beauty " da cui è tratto il film, è una bellissima
"attrice" (anche se il Billy Crudup scelto per il ruolo
appare in vesti muliebri più caricaturali che realistiche) e
si concede di recitare ruoli femminili anche nel privato
come amante del Duca di Buckingham.
Ma soprattutto conosce l'arte di essere una donna sul
palcoscenico e di regalare al pubblico le emozioni della
povera Desdemona, emozioni che nemmeno una donna vera come
la giovane Maria, quando Carlo II ritorna sul trono e
abolisce finalmente le restrizioni bigotte del suo
predecessore, riesce a dare.
Perché la femminilità biologica è una cosa e quella teatrale
è un'altra, da costruire fino alla perfezione e fino
all'ultima scena.
Perché Maria ha bisogno di Ned per essere un attrice e Ned
ha bisogno di Maria per cominciare ad essere un uomo e
scoprire altri scenari della sua identità.
E' uno scambio amoroso dentro ad un continuo scambio di
ruoli sessuali e al gioco privato ed intimo del "Chi sei
adesso?".
"Non lo so" risponde Ned dopo aver interpretato per la prima
volta Otello e sembra quasi che la sua dichiarazione parli
anche a nome della pellicola e del regista Richard Eyre, ex
direttore del Royal National Theatre, sicuramente molto
attento alla costruzione dei caratteri ( divertente il
grottesco Re Carlo di Rupert Everett ) e alla direzione
degli attori, ma altrettanto sicuramente anche molto
indeciso tra ricostruzione storica, commedia, sentimenti e
dramma personale.
Insicurezza che se non altro ci porta alla sicurezza di aver
visto un film che rispecchia nel bene e nel male l'anima del
suo protagonista: né Uomo né Donna, né carne né pesce, né
bello né brutto,"Stage Beauty" a colpi di humour
anglosassone ci riempie piacevolmente gli occhi con le scene
e i costumi del XVII secolo, ma una volta chiuso il sipario
non lascia molta voglia di applaudire lo spettacolo.
Max Morini - Film Up