|
|
CAST
|
Hiam Abbass, Hend El Fahem, Maher Kamoun, Monia Hichri,
Faouzia Badr, Nadra Lamloum
|
|
PREMI
|
Miglior Film |
Torino
Film Festival 2002
Festival di Berlino 2002
|
|
RECENSIONI
|
|
Vincitore dell'ultima edizione
del Torino Film Festival, Satin Rouge è il primo
lungometraggio della regista tunisina Raja Amari e descrive
la strana sorte di una giovane vedova che, per seguire la
figlia che crede in pericolo, si ritrova improvvisamente nel
mondo allegro di un cabaret diventandone presto parte
integrante e fondamentale.
Fin dal principio il film si presenta come una condanna
decisa nei confronti di una società variamente oppressiva,
che soffoca, nasconde, a volte uccide per conservare se
stessa e la propria immagine, per recludere la propria
fisicità in uno spazio segreto e furtivo. Il cabaret è il
peccato da cui fuggire, il luogo di una perversione
inconfessabile; chi danza è ai margini di una società
ipocrita che non vuole crescere, in cui gli uomini
vorrebbero mogli che non fossero donne e in cui le donne
nascondono un corpo che sentono vivo.
Attraverso il tono della commedia il film di Raja Amari si
muove in questo universo di assurda reclusione, mostra una
Tunisia sviluppata e moderna ma incapace al tempo stesso,
come ogni società in via di sviluppo, di accogliere al suo
interno la fisicità e la sessualità che questo sviluppo
dovrebbe presupporre.
E' questa la qualità maggiore di Satin Rouge, l'essere
riuscito a trasformare la descrizione critica di una società
specifica in una metafora più ampia attraverso una lievità
imprevista condotta, fino alla fine, senza la pesantezza di
un discorso che potrebbe essere verboso e pedante. Una
commedia, dunque, che, come afferma la stessa regista, si
fonda sul passare del tempo, sulla trasformazione degli
spazi al variare delle condizioni, sulla mutevolezza di un
universo femminile che riesce a sovvertire un ordine
prescritto cui non può adeguarsi. E' come se lentamente gli
spazi deflagrassero per lasciare il posto ad una nuova
modalità di azione sotto la pressione di un tempo che non
vuole più sottostarvi.
Il cabaret, l'appartamento, la casa al mare. Sono tre luoghi
restituiti nella loro flagranza e pesanti come macigni
perché è come se fossero abitati ognuno da un tempo della
vita preciso da cui non si può derogare, tempi diversi,
impossibili da fondere. Eppure basta recuperare la propria
vita, scoprire nuovamente il proprio corpo ed accettare il
desiderio, perché tutto venga aggredito da un virus che
tutto sconvolge e rimette in discussione. A nulla quindi le
raccomandazioni dei familiari, gli sguardi ostili dei
vicini. La libertà diventa l'unico modo per recuperare il
tempo perduto e per ritrovarsi, nuovamente giovani, a
danzare spavaldi in una festa di famiglia.
Massimo Galimberti - Kwcinema
|
|
|
| festival | trailer | sito
ufficiale |
|
|
|
|