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CAST
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George Clooney, Brad Pitt, Julia Roberts, Andy Garcia,
Matt Damon, Casey Affleck, Scott Caan, Vincent Cassel, Don
Cheadle, Catherine Zeta-Jones, Martina Stella
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PREMI
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RECENSIONI
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Giusto tre anni fa: il 10 dicembre 2001, George Clooney,
Brad Pitt, Andy Garcia e Matt Demon approdarono a Roma,
assieme al produttore Jerry Weintraub e al regista Steven
Soderbergh, per presentare «Ocean's Eleven» (in cui, tra gli
altri, recitava anche Julia Roberts), divertente remake del
film del 1959 di Lewis Milestone con Sinatra e Rat Pack al
completo, quei meravigliosi talenti che rispondevano ai nomi
di Dean Martin, Sammy Davis jr e Peter Lawford. «Ocean's
Eleven» è stato la rivincita di un cineasta indipendente
come Soderbergh che, grazie al rapporto privilegiato con
Clooney, è riuscito ad allestire un film che si presentava
come una festa hollywoodiana, visto che da decenni non si
vedevano tante stelle insieme sullo stesso set, pronte a
giocare tra loro e a divertirsi. Tre anni dopo, ecco «Ocean's
Twelve» (da venerdì nelle sale in 450 copie), sontuoso
seguito della pellicola dedicata a una rapina miliardaria ai
casinò di Las Vegas, in cui Soderbergh arricchisce il cast
con l'arrivo di altre stelle, come Catherine Zeta-Jones,
Vincent Cassel e persino Bruce Willis, che appare in un
divertentissimo cammeo nel ruolo di se stesso. «Eravamo a
tavola proprio qui a Roma», racconta Brad Pitt in
Campidoglio, dove ieri è stato lanciato il film in anteprima
europea, «alla fine di una lunga giornata d'interviste, e di
fronte al vino italiano e alle mozzarelle di bufala
Soderbergh ebbe come uno strano scintillio negli occhi. Non
che la cosa ci stupisse più di tanto, Steven beve persino
più di Julia Roberts e George Clooney... Comunque, per farla
breve, il regista si era innamorato di Roma e aveva avuto
l’intuizione giusta: girare un sequel, ambientandolo proprio
qui, a Roma, e poi anche a Chicago, Amsterdam, Parigi,
Montecarlo, in Sicilia, sul lago di Como. George ha casa lì,
ci poteva ospitare... insomma, una vacanza a spese della
produzione». Brad Pitt è arrivato a Roma accompagnato da
Matt Demon e dal produttore Jerry Weintraub, ma senza la
moglie Jennifer Aniston, e sul suo matrimonio che i gossip
vogliono traballante non accetta domande. In Campidoglio è
stato ricevuto dal sindaco Walter Veltroni, che ha voluto
testimoniare l'amicizia della città per gli artisti che
tanto a lungo sono stati suoi ospiti. Mancava all'appello,
per lo scoramento di fan piccole e grandi, il tenebroso
Clooney che - ha detto Weintraub - «ha una dolorosa ernia
del disco che lo blocca, ha fatto di tutto per partire, ma
non ci è riuscito». Del film però ha parlato, il bel George,
in un’intervista rilasciata nei giorni scorsi: «Siamo un
gruppo di persone che ama lavorare insieme il più possibile,
abbiamo la stessa filosofia di vita, nel senso che se non
amassimo ciò che facciamo saremmo dei veri idioti a fare
questo mestiere». E Pitt, da Roma, conferma: «Abbiamo fatto
squadra, sul set non ci sembrava neppure di lavorare, uno
spasso. Grazie, Roma». In realtà, questo seguito nasce
grazie a un'espediente già utilizzato nel primo film: «Non
sarebbe stato possibile pagare un cast di star a prezzo
pieno, - ha spiegato Clooney nell’intervista - così in
”Ocean's Eleven” abbiamo tutti preso un terzo di quello che
chiediamo normalmente, più una percentuale sugli incassi. Ma
con il pagamento delle quote è risultato il film per il
quale abbiamo guadagnato di più. Per ”Ocean's Twelve”
abbiamo deciso di prendere ancora meno, ma se sarà un buon
film incasseremo benissimo». Sì, ma «Clooney sta davvero
male?» chiedono i giornalisti alle due star in trasferta a
Roma. La risposta scatena un po’di goliardia: Pitt scuote le
spalle, facendo una faccia di circostanza, mentre Matt Demon,
con aria affranta: «Dovete capirlo, George è vecchio!». La
battuta sembra riprendere una delle più divertenti gag di
questo sequel. Sì perché, mentre «Ocean's Eleven» era un
giallo con venature di commedia, in «Ocean's Twelve» i
momenti più godibili non sono le rapine, compiute dalla
banda di Danny Ocean in Europa per tentare di saldare i
debiti con l'inferocito Terry Benedict, il «cattivo» del
primo film, ma quei momenti di puro divertimento in cui gli
attori si lasciano andare allo scherzo e
all'improvvisazione. Non mancano, infine, le lodi per
l’Italia: «Vorrei vivere a Roma, è una città che ti entra
sotto pelle» dice, per esempio Brad Pitt. Però cade su una
domanda-trabocchetto: «Che cosa sa del cinema italiano?» A
salvarlo interviene Damon, che cita Fellini, Antonioni, poi
«La vita è bella» di Benigni e «Il postino» di Troisi.
Giusto quei film premiati con l’Oscar.
Oscar Cosulich - Il Mattino, 11 dicembre 2004
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