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CAST
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Daniel Radcliffe, Rupert Grint, Emma Watson, Gary Oldman,
Michael Gambon, Alan Rickman, Maggie Smith, David Thewlis,
Tom Felton, Timothy Spall, Emma Thompson
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PREMI
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RECENSIONI
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La regola generale: i seguiti, al cinema, sono meno riusciti
dei prototipi. Le eccezioni: "Il signore degli anelli: il
ritorno del re" (ma quello è un unico film, diviso in
episodi) e il terzo capitolo della saga tratta dai romanzi
di J. K. Rowling, il migliore realizzato finora.
Ritroviamo Harry in vacanza dagli odiosissimi zii. La chiave
rappresentativa della prima sequenza è il grottesco; lo
resterà per tutto il film, ma assumendo sfumature sempre più
dark. Di ritorno a Hogwarts, il giovane mago viene a sapere
che una cupa minaccia pende su di lui: il perfido Sirius
Black, reo di aver provocato la morte dei suoi genitori, è
fuggito dal carcere di Azkaban per completare lo sterminio
della famiglia. Ad aiutare Harry ci sono il nuovo insegnante
di Difesa contro le Arti Oscure, la streghetta Hermione e un
ippogrifo chiamato Fierobecco.
Solitamente, i blockbuster di due ore e mezzo stremano; se
Harry Potter e il prigioniero di Azkaban tiene saldamente
uncinata l'attenzione, il merito principale va al suo
impianto narrativo, che si presta benissimo agli effetti
cinematografici. Verso la fine, Potter e
l'apprendista-strega tornano indietro nel tempo e rivivono
avvenimenti recenti per mutarne il corso. Così lo
spettatore, il cui sguardo s'identifica con il loro, è
indotto a completare il senso di quel che ha appena visto, o
a darne interpretazioni differenti, sentendosi personalmente
coinvolto negli eventi. Hermione finirà per contendere
all'amichetto la parte protagonista.
La Repubblica - 11 giugno 2004
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