|
|
CAST
|
Fabrice Luchini, Sandrine Bonnaire, Michel Duchaussoy,
Anne Brochet, Gilbert Melki
|
|
PREMI
|
|
|
|
RECENSIONI
|
|
"Un uomo, una donna, una stanza. Forse solo Patrice Leconte
sa tenerci col fiato sospeso con elementi così limitati. E 'Confidences
trop intimes' parte proprio così, con una donna che sbaglia
ufficio, uno psichiatra che in realtà è il commercialista
della porta accanto, un fiume di parole che investe lo
specialista sbagliato. Troppo sorpreso per dissipare
l'equivoco. Ma anche affascinato, e come non capirlo, dalla
bella sconosciuta che irrompe nel suo ufficio e piangendo
rivela brucianti segreti coniugali. Se il prologo sa di
commedia degli equivoci, il resto si spinge in ben altre
direzioni. (...) Leconte pare incrociare due tra i suoi film
migliori, il guardone che spiava sempre la Bonnaire in 'Monsieur
Hire', e le solitudini a specchio di 'L'uomo del treno'.
Qualche snodo psicologico magari è un po' brusco, non tutto
tiene alla perfezione, ma è incantevole la finezza con cui
poco a poco il film chiaroscura caratteri e destini, dà un
passato, un carattere, una logica, a quel commercialista
così bloccato e alla sua adorabile/insopportabile
provocatrice, punzecchiando, già che si trova, psichiatri e
simili, venali e non sempre lungimiranti. E poiché più va
avanti, più ci si chiede come farà Leconte a uscire dal
pantano in cui si è cacciato, è bene dire che un film
apparentemente tutto di sceneggiatura si cava d'impaccio con
un'inquadratura a sorpresa che è un piccolo gioiello di
cinema. Chapeau."
Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 7 febbraio 2004
|
|
|
|
|
|
|